martedì 18 novembre 2008
Merito e meritocrazia
Sono stato recentemente a Genova al salone dell'educazione ABCD dove, tra gli altri, ho seguito un interessante convegno sul merito e le meritocrazia come valore per la società e come funzione da promuovere anche attraverso la scuola.
Qui una breve sintesi; maggiori dettagli nel mio blog Apprendere (con e senza le tecnologie)
E sul merito. Parte Roger Abravanel, autore del fortunato libro: “MERITOCRAZIA 4 proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto”.
La scuola viene vista dall' autore come mezzo per promuovere e sostenere la meritocrazia in tutti i luoghi del vivere civile .
Le società che crescono sono governate da una classe dirigente competente. L'Italia é un Paese che non cresce .....
Una definizione: la meritocrazia è un sistema che promuove l' eccellenza indipendentemente dalla provenienza di un individuo.
Il nostro sistema educativo è iniquo: tra nord e sud, tra ricchi e poveri.
Le pari opportunità si sono fermate a Roma.
L'Italia è il Paese più ineguale ed ingiusto dopo gli USA e la GB ma, rispetto a questi due, anche con più bassa mobilità sociale. Come dire che da noi la forbice tra chi ha molto e chi ha poco è larga ma ci sono anche poche possibilità per chi sta ai margini di migliorare la propria posizione. Questo perché le opportunità sono date non sulla base del merito ma del censo.
L' insieme delle due “forze negative” produce effetti micidiali.
I problemi della scuola sono, quindi, la sua iniquità ed il suo discriminare: Se non si compensa la diseguaglianza sociale e non si promuove l'eccellenza la scuola sarà sempre iniqua.
Oltre le condizioni di sistema, ci si può chiedere se il "bravo" insegnante possa avere un ruolo. Una ricerca ho fornito questi dati. Uno studente che ha in partenza un rendimento collocabile al 50^ percentile, con insegnante bravo arriva al 93" mentre con uno "cattivo" scende al 40^: ben 53 punti percentuali di differenza dovuti alla qualità dell'insegnamento.
Come elevare, allora la qualità dell’insegnamento? Agendo su selezione, formazione, motivazione.
Tutte le riforme educative di successo sono partire dalla misurazione della prestazione. E questo deve avvenire anche per gli insegnanti.
Siniscalco interviene sul rapporto tra dati PISA, successo scolastico e merito.
Per capire cosa fare per migliorare è opportuno dare un’occhiata a cosa hanno fatto i Paesi che hanno dato le performance migliori (ad esempio la mitica Finlandia che, curiosità, ha dovuto istituire un apposito servizio per far fronte alle numerose richieste di visite di studio, nuova forma di turismo …. educativo). Questi i dati:
• Innanzi tutto, una politica scolastica caratterizzata da continuità: in Finlandia i 6 ultimi governi, anche di coalizioni diverse, non hanno mai modificato la riforma fatta dal precedente
• Vi è una centralità dell’educazione nell’opinione pubblica (la scuola è vissuta come importante dalla gente) e, conseguentemente, nella politica
• Le risorse allocate sono importanti anche se non vi è una relazione diretta risorse-risultati
• La differenza vera la fa quello che succede in classe
Si viene, quindi, alla questione centrale: la qualità dell’insegnamento. Cosa si fa a tal proposito nei Paesi dove la scuola produce un apprendimento migliore?
• Innanzi tutto si ricercano i laureati migliori
• Si fa una selezione in ingresso con procedure di valutazione efficaci
• Oltre alle competenze tecniche, vengono valorizzate le caratteristiche personali (non tutti sono adeguati dal punto di vista del carattere e del profilo psicologico a fare l’insegnante), la motivazione al lavoro e l’attitudine all’apprendimento continuo
• Viene fatta una consistente promozione del ruolo sociale dell’insegnante
• Per quanto riguarda la preparazione degli insegnanti si fa formazione per lo sviluppo di abilità pratiche, si fa prevalentemente formazione in servizio tramite affiancamento di tutor esperti, si promuove l’imparare gli uni dagli altri (apprendimento reciproco)
• Vi è sempre un ruolo centrale del dirigente della scuola che deve essere eminentemente un leader pedagogico e non amministrativo
• Il sistema scuola e gli insegnanti hanno aspettative elevate verso gli studenti e si pone al centro il risultato
• Le attività didattiche sono caratterizzate dal coinvolgimento degli studenti in una didattica attiva e partecipata
• Si attivano consistenti servizi di supporto per attivare interventi precoci nei problemi (in Finlandia il 30 % studenti passano per servizi di supporto)
Il nostro sistema educativo è iniquo: tra nord e sud, tra ricchi e poveri.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Ciao Gianni!
Sono Maria Beneyto, di Haiku Media, l'agenzia di pubblicità di Mondadori. Ci piacerebbe mandarti un esemplare di "Cuanta pasión", il nuovo libro di Giulia Alberico, magari podresti scrivere un post...
Ti lascio il mio contatto:
mbeneyto@haiku-media.com
Saluti!
Maria B.
Posta un commento