venerdì 31 ottobre 2008

Sulla scuola pubblica italiana

Ricevo da un amico e pubblico il discorso di Calamandrei, che figura in molti altri blog. Evito qualunque commento.

“Facciamo l’ipotesi che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale […] non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali.
C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora, il partito dominante […] comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private […].
Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione è rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. […] Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto: dare alle scuole private denaro pubblico".

P. Calamandrei, Roma, 11 febbraio 1950, III Congresso in difesa della Scuola nazionale

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