mercoledì 31 dicembre 2008

Le web pédagogique

Ho trovato casualmente un sito piuttosto interessante, che desidero segnalare a tutti per gli spunti che può offrire, ma soprattutto agli insegnanti di francese che vi possono trovare materiali utili per le proprie lezioni: Le web pédagogique

sabato 27 dicembre 2008

Insegnamenti per le feste

Durante le vacanze qualche insegnamento "alternativo" sicuramente adatto al periodo...
Buone feste a tutti!







domenica 14 dicembre 2008

"Per una scuola capace di futuro" - da Legambiente

Propongo anche a voi, su segnalazione di un amico, questo appello "per una scuola capace di futuro".

Il mondo del volontariato, della solidarietà, dell’ambientalismo, della cooperazione, si mobilita per sviluppare nel Paese una nuova attenzione ed una nuova responsabilità sociale per la riqualificazione della scuola italiana.


Viviamo in una società in rapida trasformazione, ricca di opportunità e di rischi, che deve affrontare nuovi conflitti ed emergenze planetarie. Nuove sfide coinvolgono la politica, il lavoro, gli stili di vita di milioni di persone. L’interdipendenza tra culture e identità, tra locale e globale è sempre più evidente. Le strutture tradizionali, a cominciare dalla famiglia, sono sottoposte a nuove tensioni e cambiamenti profondi.
L’invadenza del mercato e dei consumi negli stili di vita e nei modi di pensare produce nelle persone una profonda crisi di senso. Ignoranza, conformismo e violenza si diffondono nei modelli di comportamento proposti dai media, che poco hanno a che fare con i valori costituzionali della convivenza civile e della solidarietà. Viviamo in una società in cui la conoscenza si sta trasformando da fattore di emancipazione personale e sociale a strumento di competizione economica.

Noi pensiamo che di fronte ai cambiamenti in corso, di fronte alla necessità di ricostruire un’etica pubblica, sia necessario creare per tutti maggiori occasioni di crescita culturale, fornire a tutti strumenti più solidi per capire dove sta andando il mondo. Questo ruolo deve svolgerlo prioritariamente il sistema scolastico, ma siamo anche consapevoli che la scuola vive oggi una fase di grande difficoltà perché troppo spesso gli insegnanti sono soli, alle prese con problemi inediti, che non si producono a scuola, ma che nella scuola emergono e si impongono all’attenzione generale. E’ questo il caso della piaga emergente del bullismo, ma anche dell’incontro con culture, spiritualità, stili di vita e tradizioni diverse dalla nostre, o ancora della caduta di motivazione ad affrontare la fatica dello studio e dell’insuccesso scolastico, che apre nuove frontiere all’analfabetismo.
Siamo perfettamente consapevoli di quanto sia oggi difficile il mestiere dell’insegnante, per questo pensiamo che la scuola italiana, e chi vi opera, abbiano bisogno di sentire intorno a sé un Paese solidale e per questa via recuperare in pieno la propria dignità.

E’ arrivato il momento che tutto il Paese si interroghi su cosa chiede alla scuola.
Noi pensiamo che
• la scuola deve essere autorevole e seria, ma questo non passa attraverso la legittimazione di nuovi autoritarismi.
• la scuola è occasione fondamentale per educare alla cittadinanza attiva, per comprendere (e per vivere) la partecipazione e la condivisione dei valori fondamentali, unica condizione per motivare e rendere formativa l’ubbidienza e l’ordine.
• la scuola deve costruire strumenti e cultura capaci di consentire a tutti, per il prosieguo della loro vita, di sapersi inserire nel mondo che cambia, non può limitarsi a trasmettere nozioni e tecniche che rapidamente diventano desuete.
• la scuola è la grande occasione per tutti per acquisire le competenze di cittadinanza, indicate dall’Unione Europea. Non possiamo permetterci di tenere fuori dall’Europa e dalla società della conoscenza le nuove generazioni.
• la scuola è il terreno principale in cui i ragazzi si incontrano con gli altri, uguali e diversi, ed imparano la difficile arte del dialogo e del rispetto tra culture e tra persone. Non può trasformarsi per nessuno nel luogo della separazione, della prepotenza e della violenza.

La scuola non è l’unico soggetto educante nel territorio, ma è l’unica istituzione pubblica dedicata all’educazione e all’istruzione, ciò non può giustificare il suo isolamento né l’autoreferenzialità, ma deve portare a costruire nel territorio da parte di tutti i soggetti responsabili, dalle amministrazioni locali al governo centrale, dall’associazionismo al mondo dell’impresa e del lavoro, una qualità culturale tale da rendere efficace la sua azione.
L’Italia ha bisogno che la scuola sia di qualità, per tutti. L’eliminazione della precarietà è il primo ostacolo da superare. La qualità degli edifici in cui si fa scuola e la gratificazione professionale devono essere un altro segnale che si dà al Paese.
Di fronte alla rapidità dei cambiamenti la scuola deve essere messa in condizione di fornire ai ragazzi gli strumenti fondamentali, non ci si può nascondere dietro al fatto che qualcosa funzionava 40 anni fa: il mondo è cambiato. La scuola non può essere rinnovata guardando al passato, né tanto meno seguendo priorità di cassa. Sappiamo bene che ci sono risparmi possibili, ma sappiamo anche che la scuola ha bisogno di investimenti. I tagli di spesa indiscriminati non sono compatibili con la necessaria opera di riqualificazione.
Noi pensiamo che sia arrivato il momento di chiedersi quale sia il compito che l’Italia affida alla scuola, quale sia la sua responsabilità sociale. Per rispondere a questa domanda, tenendo conto dei bisogni economico-finanziari del Paese, occorre lanciare una grande discussione, non limitata agli addetti ai lavori, e per questo pensiamo che sia un errore legiferare per decreto su questa materia. Il metodo della larga condivisione è indispensabile, per individuare alcuni obiettivi di qualità su cui le tante risorse presenti nella scuola e nel territorio si possano impegnare, per mettere in campo gli strumenti, le azioni, il percorso per non lasciare le cose come stanno e per non tornare indietro.

Con queste finalità proponiamo l’organizzazione di un “Forum nazionale per la scuola” che coinvolga il mondo della scuola e la società civile, mobilitando le tante energie di cittadinanza che credono nel ruolo fondamentale della scuola e hanno voglia di impegnarsi per la sua riqualificazione.

Promosso da
ACLI, ARCI, Legambiente, Aiab, Ambiente e Lavoro, Anpas, Arci Ragazzi, Arci Servizio Civile, Auser, Beati Costruttori di Pace, Cgil, Etzi Cisl, Focsiv, Forum Ambientalista, Gruppo Abele,Isde Italia, Legacoopsociali, Libera, Lunaria, Movimento dei Consumatori, Movimento Difesa del Cittadino, Sbilanciamoci, Tavola della Pace, Uisp, Unieda, Unione Sportiva Acli, Asd Movi-mente.

Per aderire: scuola.formazione@legambiente.eu

venerdì 5 dicembre 2008

Diavoli a Vipiteno

Che sia perché i ragazzi qualche volta ci mandano all'inferno (senza dircelo, naturalmente)?
Forse no, ma oggi i diavoli a scuola c'erano davvero ... e anche belli!!!

mercoledì 3 dicembre 2008

Libertà di fare

Avrei da dire troppe cose, quindi ... non dico nulla. Vi invito solo a ripensare alle parole di questa canzone. Io ho intenzione di proporla ai miei studenti che in nome della loro libertà si lamentano sempre di tutto senza proporre mai, però, delle alternative.

domenica 30 novembre 2008

Poesia ed emozioni...

Sto lavorando con una mia classe alla lettura del testo poetico. Naturalmente abbiamo affrontato tutti i discorsi tecnici possibili su versi, rime, figure retoriche, livelli di lettura del testo e tutto quello che i libri di testo ci propongono. Abbiamo anche allargato il discorso alle difficoltà legate alla traduzione e ora stiamo tentando di "interpretare" alcuni testi registrandoli per inserirli in un podcast. Proprio questa si rivela la fase più difficile del lavoro: l'interpretazione, che si fonda necessariamente sulla comprensione del testo. Comprendere un testo non significa però analizzarlo razionalmente, contandone le rime, gli enjambement, i chiasmi o le anafore. Ho sbagliato io! Non posso pretendere che i ragazzi, in questo modo, "sentano" la poesia, la vivano...
Quando questa mattina un amico mi ha mandato il link alla lezione di poesia de "L'attimo fuggente" ho pensato che avevo dimenticato proprio questo: l'emozione, la commozione che può suscitare un verso.
Ho quindi deciso di inserire nei materiali delle lezioni anche questi due filmati, perché da questi si possa partire per affrontare diversamente il discorso sulla poesia...

Da "L'attimo fuggente"


Riccardo Cocciante "Poesia"


Benigni, dal film "La tigre e la neve"

martedì 18 novembre 2008

Merito e meritocrazia



Sono stato recentemente a Genova al salone dell'educazione ABCD dove, tra gli altri, ho seguito un interessante convegno sul merito e le meritocrazia come valore per la società e come funzione da promuovere anche attraverso la scuola.
Qui una breve sintesi; maggiori dettagli nel mio blog Apprendere (con e senza le tecnologie)


E sul merito. Parte Roger Abravanel, autore del fortunato libro: “MERITOCRAZIA 4 proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e più giusto”.
La scuola viene vista dall' autore come mezzo per promuovere e sostenere la meritocrazia in tutti i luoghi del vivere civile .
Le società che crescono sono governate da una classe dirigente competente. L'Italia é un Paese che non cresce .....
Una definizione: la meritocrazia è un sistema che promuove l' eccellenza indipendentemente dalla provenienza di un individuo.
Il nostro sistema educativo è iniquo: tra nord e sud, tra ricchi e poveri.
Le pari opportunità si sono fermate a Roma.
L'Italia è il Paese più ineguale ed ingiusto dopo gli USA e la GB ma, rispetto a questi due, anche con più bassa mobilità sociale. Come dire che da noi la forbice tra chi ha molto e chi ha poco è larga ma ci sono anche poche possibilità per chi sta ai margini di migliorare la propria posizione. Questo perché le opportunità sono date non sulla base del merito ma del censo.
L' insieme delle due “forze negative” produce effetti micidiali.
I problemi della scuola sono, quindi, la sua iniquità ed il suo discriminare: Se non si compensa la diseguaglianza sociale e non si promuove l'eccellenza la scuola sarà sempre iniqua.
Oltre le condizioni di sistema, ci si può chiedere se il "bravo" insegnante possa avere un ruolo. Una ricerca ho fornito questi dati. Uno studente che ha in partenza un rendimento collocabile al 50^ percentile, con insegnante bravo arriva al 93" mentre con uno "cattivo" scende al 40^: ben 53 punti percentuali di differenza dovuti alla qualità dell'insegnamento.
Come elevare, allora la qualità dell’insegnamento? Agendo su selezione, formazione, motivazione.
Tutte le riforme educative di successo sono partire dalla misurazione della prestazione. E questo deve avvenire anche per gli insegnanti.

Siniscalco interviene sul rapporto tra dati PISA, successo scolastico e merito.
Per capire cosa fare per migliorare è opportuno dare un’occhiata a cosa hanno fatto i Paesi che hanno dato le performance migliori (ad esempio la mitica Finlandia che, curiosità, ha dovuto istituire un apposito servizio per far fronte alle numerose richieste di visite di studio, nuova forma di turismo …. educativo). Questi i dati:
• Innanzi tutto, una politica scolastica caratterizzata da continuità: in Finlandia i 6 ultimi governi, anche di coalizioni diverse, non hanno mai modificato la riforma fatta dal precedente
• Vi è una centralità dell’educazione nell’opinione pubblica (la scuola è vissuta come importante dalla gente) e, conseguentemente, nella politica
• Le risorse allocate sono importanti anche se non vi è una relazione diretta risorse-risultati
• La differenza vera la fa quello che succede in classe
Si viene, quindi, alla questione centrale: la qualità dell’insegnamento. Cosa si fa a tal proposito nei Paesi dove la scuola produce un apprendimento migliore?
• Innanzi tutto si ricercano i laureati migliori
• Si fa una selezione in ingresso con procedure di valutazione efficaci
• Oltre alle competenze tecniche, vengono valorizzate le caratteristiche personali (non tutti sono adeguati dal punto di vista del carattere e del profilo psicologico a fare l’insegnante), la motivazione al lavoro e l’attitudine all’apprendimento continuo
• Viene fatta una consistente promozione del ruolo sociale dell’insegnante
• Per quanto riguarda la preparazione degli insegnanti si fa formazione per lo sviluppo di abilità pratiche, si fa prevalentemente formazione in servizio tramite affiancamento di tutor esperti, si promuove l’imparare gli uni dagli altri (apprendimento reciproco)
• Vi è sempre un ruolo centrale del dirigente della scuola che deve essere eminentemente un leader pedagogico e non amministrativo
• Il sistema scuola e gli insegnanti hanno aspettative elevate verso gli studenti e si pone al centro il risultato
• Le attività didattiche sono caratterizzate dal coinvolgimento degli studenti in una didattica attiva e partecipata
• Si attivano consistenti servizi di supporto per attivare interventi precoci nei problemi (in Finlandia il 30 % studenti passano per servizi di supporto)
Il nostro sistema educativo è iniquo: tra nord e sud, tra ricchi e poveri.